Le sensazioni, che sono i contenuti rimossi del nostro inconscio, non ci provengono da esso in forma diretta e lampante; bensì passano attraverso un'elaborazione intrinseca nell'ambito del subconscio. In quest'ultimo, esse vengono prima agganciate da cariche pulsionali, sull'onda delle quali riescono poi a farsi leggere in chiave fenomenica e a farsi captare dalla nostra attività sensoriale.

Comunque, le sensazioni diventano materiale sensitivo, solo dopo che sono state assoggettate alla revisione della psiche, la quale si dà in questo modo a implementarle, supportandole con processi empirici idonei a estrinsecarle nel modo più appropriato. Per questo, solo dopo che sono stati rielaborati nell'essenza psichica, i contenuti dell'inconscio diventano autentiche sensazioni, ossia atti permeati di concretezza e non più eludibili da parte della realtà.

Grazie a esse, gli esseri viventi diventano reali a sé stessi e al proprio mondo, assaporano l'evolversi effettivo della propria esistenza, esternano la propria qualità neurovegetativa in forma appercettiva, riprogrammano la propria capacità di determinarsi, in base alla situazione del momento e ai tanti nuovi fenomeni che vengono a investirli.

Da parte sua, l'uomo, che è il primo nella gerarchia degli esseri viventi, vive le proprie sensazioni a vari livelli. A volte le gestisce in modo da appagare le proprie esigenze interiori; altre volte le finalizza al conseguimento delle vette più alte della propria evoluzione concreta e astratta.

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