257°-IVEONTE E TIONTEO INCONTRANO LA DANZATRICE EZNA

La mattina del quarto giorno, dopo aver legato ad un albero Drevio ed aver lasciato sul posto Speon a sorvegliarlo, Iveonte e Tionteo partirono alla volta della Cittadella delle Teste di Lupo, la quale oramai si trovava a meno di due miglia. La zona, da loro percorsa, era molto selvosa; in alcuni tratti, si presentava così intricata, da diventare quasi impervia. Ma i due giovani di proposito non avevano fatto il sentiero principale che conduceva al tempio, volendo evitare di venire avvistati prima del tempo da qualcuno degli appartenenti alla setta. In compenso, il nuovo percorso, anche se più disagevole e difficoltoso, sarebbe risultato molto più breve. Stando alle indicazioni dell’arrotino, la radura, dove si trovavano il tempio e gli edifici adibiti ad abitazione dei vari componenti della setta, presto avrebbe fatto la sua comparsa, facendo apparire ai loro occhi la splendida Cittadella.

Qualche miglio prima di superare la folta vegetazione del bosco, esattamente al limitare della radura, Iveonte e Tionteo scorsero davanti a loro una donna giovane ed avvenente. Ella, che era distante non più di una ventina di metri, sedeva presso un gigantesco albero secolare. La poveretta, stando con la schiena appoggiata al suo spesso tronco, si disperava accoratamente. Inoltre, un profluvio di tiepide lacrime le scendeva giù per ciascuna gota, intanto che alcuni reiterati lamenti le disturbavano il pianto; anzi, questi ultimi erano anche intervallati da forti singhiozzi. Allora i due giovani decisero di raggiungerla senza farsi notare da lei. Così non l’avrebbero spaventata e neppure le avrebbero consentito di fuggire, se ella avesse tentato di evitarli. Qual era il motivo di tale loro precauzione? Essi avevano bisogno della donna perché doveva rispondere a diverse domande, che si erano proposti di farle sulla Cittadella e su quelli che l’abitavano.

Quando apparvero davanti alla ragazza, i due amici già le stavano dinanzi ritti e guardinghi. Essi avevano assunto una posizione che scoraggiava in lei qualsiasi tentativo di fuga. Comunque, fu Iveonte a rivolgerle la parola per primo, dandosi a parlarle in questa maniera:

«Perché mai, graziosa fanciulla, ti dai al pianto e alla disperazione? Non sai che le lacrime potrebbero smagrire il grazioso visino che hai, fino a fare affievolire la bellezza che adesso vi risplende florida e radiosa? Inoltre, ti invito a non aver paura di noi, poiché non siamo delle persone malvagie. Neppure siamo della stessa pasta di chi ti costringe a piangere e a disperarti, come stai facendo in questo momento. Invece ci faresti un grande favore, se ci facessi conoscere il tuo nome. Io mi chiamo Iveonte; mentre il nome del mio amico è Tionteo.»

«Comincio proprio dal nome, miei cortesi giovani forestieri, considerato che esso è la sola cosa che, a parlarne, non mi affligge e non mi procura alcun dolore. Io mi chiamo Ezna e sono una lupiade, cioè una delle danzatrici del tempio dedicato al Grande Lupo. Ma ci tengo a precisarti, Iveonte, che la mia fanciullezza è svanita da parecchio, siccome ho già compiuto ventisette anni. Adesso, se non vi dispiace, posso sapere che cosa vi ha spinti a venire da queste parti, dove presto potreste pentirvi di esservi pervenuti apposta o per puro caso?»

«In verità, Ezna, non conoscendoti ancora abbastanza bene, non so fino a che punto possiamo sbilanciarci con te e raccontarti certe cose che, per il momento, ci obbligano alla più assoluta discrezione. I nostri intenti potrebbero anche risultarti sgraditi, se non proprio ferirti! Ecco perché per ora è meglio che tu ne resti all'oscuro!»

«Quali sarebbero i vostri propositi, Iveonte, se è lecito saperlo? Vi assicuro che essi, qualunque siano, non potranno riguardarmi in nessun modo. Per questo, una volta che li avrò appresi da voi, i medesimi non potranno farmi né caldo né freddo. Specialmente adesso che sento di prendere in odio la totalità degli appartenenti alla setta delle Teste di Lupo! Allora mi sono spiegata nella maniera più chiara possibile? Voglio credere di sì, visto che vi trovo persone assai intelligenti e sveglie!»

«Grazie per il complimento, Ezna! Ma scommetto che c’è di mezzo un uomo, se stai a macerarti l'animo come stai facendo.» intervenne ad asserirle Tionteo «Secondo me, è proprio lui la causa sia della sofferenza che ti si legge sul volto, sia del risentimento astioso, il quale si nota chiaramente nelle tue parole, che al momento attuale sudano solo tristezza! E non dirmi che non è vero quanto ti ho dichiarato!»

«Invece non te lo dico, mio baldo giovanotto, perché hai indovinato ciò che io sto provando adesso. Infatti, la mia disperazione è imputabile ad un uomo, il quale si chiama Fuskop. È anche colpa sua, se il mio cuore langue nell’angustia, il mio animo annega nella depressione e il mio spirito si dibatte nel tormento. Perciò, ai sentimenti d’amore e di stima che nutrivo per lui, in me si sono sostituiti quelli di odio e di disprezzo. Per favore, non fatemi ricordare cose che riescono unicamente a martoriarmi l’esistenza! Piuttosto, senza temere niente da parte mia, parlatemi di voi e riferitemi perché mai vi siete condotti fin quassù. Oramai mi sento una ragazza infelice e sventurata, la quale è da un anno che ha perso la voglia di vivere, dopo essere stata sedotta ed abbandonata dall'uomo che amavo ed adoravo, come se per me fosse un re!»

«Ezna, visto che ti stai guadagnando la nostra fiducia,» le si espresse Iveonte «non vedo più il motivo per cui non ti debba parlare palesemente e svelarti così lo scopo della nostra venuta in questa località. Devi sapere che è nostra intenzione distruggere la setta delle Teste di Lupo, allo scopo di farle sparire dalla faccia di questo mondo. Le persone crudeli come loro non sono degne di esistere su questa terra! Io penso che basti sgominare le Teste di Lupo ed eliminare i sacerdoti del tempio, perché l'intera setta salti in aria e vada a farsi friggere! Non pare anche a te che non ho torto a pensarla così? Oppure, a tuo giudizio, la nostra sarebbe pura follia, per cui dovremmo astenerci dal commetterla?»

«Ma ti senti bene, Iveonte?! Non voglio proprio credere che tu stia parlando sul serio! Soltanto un mentecatto si sognerebbe di pensare ed esprimere le stesse cose tue! A meno che non abbiate con voi un consistente esercito nascosto in qualche parte vicina, il tuo parlare è del tutto avventato. Perciò ci tengo a confermarti che le tue parole avrebbero un senso, soltanto se aveste un grande esercito a vostra disposizione nelle vicinanze, pronto ad occupare e a demolire la Cittadella!»

«Al contrario di come la pensi tu, Ezna, per compiere una simile impresa bastiamo io e il mio amico Tionteo, senza l’aiuto di nessun altro! Ma stanne certa che noi due siamo più che sufficienti per portare a termine l’operazione che ci siamo prefissata! Né dobbiamo considerarci due dementi, se fervidamente nutriamo questi nobili propositi, i quali tendono a portare la serenità a dei poveri disperati! Assai presto te ne convincerai anche tu, dolce fanciulla. Te lo garantiamo!»

«Se volete che io ci creda con l’unico scopo di farvi contenti, allora vi credo, giovanotti! Ma lo stesso insisto nel suggerirvi di allontanarvi da questo posto molte miglia, prima che le terribili Teste di Lupo si accorgano della vostra presenza in questi luoghi oppure del vostro folle intento. Almeno così vi salverete di sicuro la pelle! Ad ogni modo, non ho ancora capito perché mai ce l’avete con la nostra setta e in che senso le vostre intenzioni sono ispirate a nobili sentimenti. Se non sono indiscreta, vorrei che mi chiariste questi due particolari, non essendo riuscita a comprenderli nel vero senso della parola! Allora mi accontentate?»

«Non dirmi, Ezna, che non trovi ignobile che una povera fanciulla venga data in pasto ad un mostro, quale si rivela il Grande Lupo! Il sacrificio umano è un atto turpe e detestabile; perciò non può essere considerato un qualcosa che fa onore al genere umano! Al contrario, esso esprime un’azione empia e dissacrante nei confronti sia della dignità umana che del vivere civile. Perciò, in quella società dove esso è stato instaurato, è dovere di chiunque abbia una salda coscienza morale intervenire ed adoperarsi per delegittimarlo. In questa maniera, si evita la nefanda ed inutile immolazione di tante vittime umane che, oltretutto, sono persone innocenti. A mio modo di vedere, quindi, il fondatore della vostra setta religiosa di sicuro doveva essere in paranoia, quando ebbe a prendere la decisione di istituire il sacrificio umano nella sua nascente religione! Secondo la mia personale opinione, non può essere altrimenti! Posso conoscere anche il tuo pensiero in merito ai sacrifici umani?»

«Dunque, Iveonte, sono queste le ragioni, per le quali voi due osteggiate a morte la nostra setta e vi proponete di fare piazza pulita di essa? Ebbene, considerando la cosa sotto questo aspetto, non riesco a darvi torto. Anch’io non vedo giusto che una persona innocente debba essere immolata immotivatamente ad una divinità, la quale magari neppure approva un sacrificio del genere. Ammesso che essa esista! Perciò, ogni volta che se ne è consumato uno nella nostra Cittadella, ho sempre provato un profondo aborrimento verso di esso. Anche se la vittima era incappucciata, ugualmente leggevo il terrore nei suoi occhi, prima di essere scaraventata nel Pozzo del Sacrificio. Non immaginate neppure quanto una simile esecuzione mi abbia sempre scossa interiormente e quale scia interminabile di sofferenze mi abbia lasciata poi nell’animo! Dentro di me, in quell'istante orribile, provando per esse un grande disprezzo, ho condannato ogni volta tali immolazioni inumane.»

«Sapresti dirci, Ezna, perché mai il fondatore della vostra setta le ha volute? Oppure non sai rispondere, in merito a questo particolare? Noi vorremmo venirne a conoscenza, se tu fossi d’accordo!»

«In verità, Iveonte, non fu colui che la fondò a volere i sacrifici umani nella sua religione. Finché c’è stato Tusco a capo della nostra setta, facendoci da guida spirituale, mai nessuna ragazza è stata sacrificata al Grande Lupo. Egli era una persona così retta ed integerrima, da non farsi riguardo di nessuno, quando doveva punire chi veniva a macchiarsi di qualche reato contro la giustizia e contro la moralità! Adesso sapete come la pensava la persona che ha fondato la nostra setta, della quale vi ho riferito anche il nome.»

«Da come ti sei espressa, Ezna, suppongo che il venerabile Tusco sia morto. Ma allora chi ha voluto che si compissero dei sacrifici umani nella vostra setta, dopo la morte del suo fondatore? Sono convinto che egli gli è subentrato in modo non del tutto canonico! Magari sarà stato proprio lui ad eliminarlo, per raggiungere fini puramente personali, i quali gli avrebbero permesso di manovrare nel marcio! Non è forse questa la verità, sincera fanciulla? Dai tuoi occhi scorgo solamente assensi.»

«Esatto, Iveonte! È stato Fuskop, il mio ex amante, a farlo fuori! Per ora diciamo così. Egli prima ha surrogato di fatto il magnanimo Tusco e poi ha introdotto i sacrifici umani nella nostra religione, che è il lupismo. Dovete sapere che il mitico iniziatore del nostro credo non è mai morto. Era sua abitudine trascorrere con il Grande Lupo il periodo di tempo, che va da un plenilunio ad un novilunio. Il mostruoso essere passa la sua esistenza in una immensa caverna sottostante al nostro tempio, il quale, se non sbaglio, comunica con l’aperto attraverso l'unico condotto, che è il Pozzo del Sacrificio. Ma Tusco sapeva come raggiungere il suo fondo e ritornare da esso, anche senza farsi calare giù con una corda dai suoi adepti. Un decennio fa, però, dopo la sua ennesima discesa al reparto sotterraneo, egli non ne fece più ritorno. In merito, nessuno mai è riuscito a spiegarsi il motivo per cui egli non è più ritornato alla luce, tra i suoi numerosi adepti, i quali lo amavano moltissimo.»

«Posso sapere, Ezna, quale carica ricopriva il tuo Fuskop nella vostra setta, quando ciò accadde? Comunque, sono sicuro che essa doveva essere molto importante, se dopo gli fu permesso, da parte dei sacerdoti e delle Teste di Lupo, di cominciare a dare ordini al posto del venerabile Tusco. Quasi fosse lui stesso ad impartirli!»

«È proprio come hai detto, Iveonte! Fin dagli albori della nostra religione, Tusco lo aveva nominato soprintendente delle Teste di Lupo. Durante gli anni della costruzione della nostra Cittadella, egli lo aveva considerato un tipo abbastanza tosto e in grado di farsi ubbidire da tutti, perfino dalle persone più violente e facinorose. Fuskop, infatti, grazie alla sua ottima perizia d’armi, era stato capace di imporsi sia ai mestieranti che ai manovali del cantiere edile. I quali, durante la costruzione del tempio, non sempre avevano mostrato di avere un carattere malleabile, trasformandosi spesso in persone indocili e in oppositori.»

«Non avverti anche tu puzzo di bruciato, Iveonte, in questa losca vicenda?» Tionteo gli fece presente «Di sicuro Fuskop ricorse ad una sua magagna, al fine di liquidare Tusco e di subentrargli nel potere!»

«Amico mio, in passato nella Cittadella sarà avvenuto quasi di sicuro quanto tu hai immaginato! Se consideriamo i fatti, essi lo dimostrano senza alcun dubbio; ma dovrà essere Ezna a confermarcelo!»

«Voi due, per favore, volete chiarirmi a cosa vi state riferendo?» la ragazza chiese spiegazioni ai due giovani, che discorrevano per conto loro «Se parlate tra di voi, non riesco a comprenderci un bel niente!»

«È molto semplice, Ezna!» si prestò ad accontentarla il giovane eroe «Noi siamo certi che a quel tempo fu proprio Fuskop a precludere a Tusco il suo ritorno all’aperto! Ma potresti delucidarci meglio tu a tale riguardo, fornendoci maggiori elementi di valutazione sull'argomento. Ad esempio, potresti farci sapere se per caso il tuo amico, prima della sparizione di Tusco, aveva avuto qualche aspro dissidio con lui, per cui i suoi rapporti con il capo, almeno da parte sua, erano venuti bruscamente ad incrinarsi. Allora cosa sai risponderci, allo scopo di metterci sulla strada giusta per approfondire meglio l'agire del tuo ex uomo?»

«Per la verità, Iveonte, qualcosa del genere si era verificato tra loro due, ma a causa mia. A quel tempo, Fuskop ed io, dopo esserci innamorati l’uno dell’altra, ci amavamo di nascosto, poiché una danzatrice del tempio non poteva avere rapporti con nessun uomo. Ma un giorno era capitato che Tusco ci aveva sorpresi nel giardino botanico annesso al tempio, mentre ci baciavamo con intenso ardore. Allora il sant’uomo, più che me, aveva redarguito duramente Fuskop, diffidandolo dall’avere ulteriori relazioni con la mia persona, se non voleva subire una condanna esemplare. Inoltre, gli aveva fatto presente che per quella volta avrebbe lasciato perdere, mostrandosi indulgente nei suoi confronti, solo perché lo teneva in gran conto. Ma in avvenire, se si fosse ripetuto uno spettacolo di quel genere, egli non avrebbe più sopportato l'intollerabile illecito ed avrebbe preso alcuni provvedimenti severi contro di lui.»

«Ezna, mi dici che cosa ci fu, dopo quell'ammonizione del sacerdote Tusco a colui che soprintendeva le prestigiose Teste di Lupo?»

«Niente di particolare, Iveonte. Noi due interrompemmo la nostra relazione amorosa, poiché Fuskop non se la sentì di sfidare apertamente l’autorità di colui che era considerato il Fedele Servitore del Grande Lupo. A mio avviso, però, dentro di sé egli volle legarsela al dito, avendo deciso di rendergli pan per focaccia, alla prima occasione favorevole! In realtà, il mio amato non mi fece mai una simile confidenza. Ma nel momento stesso che Tusco lo riprendeva e lo richiamava al senso del dovere, nei suoi occhi lividi di rabbia avevo letto in modo inequivocabile una intenzione di questo genere. Così, qualche tempo dopo, gli eventi mi diedero ragione, poiché ci fu la scomparsa di Tusco nella setta!»

«Quindi, Ezna, secondo la tua versione dei fatti,» constatò Tionteo «il tuo amato Fuskop, già da quell’istante aveva deliberato di attenderlo al varco e di fargli pagare salatamente il torto da lui ricevuto quella volta! Come in seguito avvenne puntualmente!»

«Certamente, Tionteo!» approvò Iveonte «Ma il soprintendente si era anche reso conto che poteva fare la posta a Tusco, solo quando si conduceva a far visita al Grande Lupo. In quel luogo sarebbe stato vietato ad ogni occhio indiscreto assistere al suo misfatto. In seguito, così, egli avrà avuto la sua buona occasione di vendicarsi e di farla finita per sempre con il Sommo dei Sacerdoti. Stando agli ottimi risultati ottenuti, Fuskop ne uscì insospettato dalla sua diabolica trama contro l’influente personaggio del lupismo!»

«Allora, amico mio, per riuscire nel suo intento, egli dovette prima darsi un gran daffare per scoprire in che modo Tusco perveniva al reparto sotterraneo, cosa che mai nessuno aveva saputo. Così, nonostante l’accortezza dell'illustre religioso, alla fine egli ebbe la fortuna di individuare il passaggio segreto che gli consentiva di giungere alla dimora del Grande Lupo. Per cui pensò di servirsene pure lui al momento opportuno, come successivamente avvenne!»

«Sì sì, Tionteo, le cose dovettero andare proprio in questo modo!» acconsentì Ezna «Anche se Fuskop non ha mai voluto confessarmelo in modo esplicito per qualche suo buon motivo, io recepii ogni cosa da certe sue asserzioni fatte senza volerlo. A volte egli pronunciava frasi isolate dal significato oscuro, come se parlasse tra sé e sé!»

«Ezna, quali affermazioni ti aveva fatto il tuo Fuskop?» le domandò Iveonte, essendo intenzionato a saperne di più sul quell’improvviso e strano comportamento del soprintendente delle Teste di Lupo.

«Di punto in bianco, un giorno si è dato ad esclamare: "Nessuno può mettersi contro di me e credere poi di passarla liscia!" Essendomi incuriosita, allora gli avevo chiesto: "A chi ti riferisci, Fuskop?" Ma egli, correggendosi subito dopo, mi aveva risposto: "A nessuno, amore mio! Era solo una mia semplice affermazione!" Un altro giorno, invece, inaspettatamente aveva iniziato a dirmi: "Non avrei mai immaginato che un essere umano potesse trasformarsi in una bestia così enorme ed orrenda, somigliante in tutto ad un gigantesco lupo! Ebbene, io ho assistito ad una simile metamorfosi. Non sai, mia cara, quale terrore essa mi ha incusso! A un tratto, ho avvertito uno strano brivido percorrermi lungo la schiena; mentre dei sintomi di mancamento si facevano avvertire in me sempre più impellenti!" Anche in quella occasione mi ero affrettata a fargli la seguente domanda: "Di chi stai parlando, tesoro mio? E a quale trasformazione ti sei voluto riferire?" Ma la sua risposta istantanea era stata: "Acqua passata, Ezna! Fai come se tu non avessi mai ascoltato queste parole, che ho appena pronunciate qui davanti a te! Intesi?"»

«Ammesso che Fuskop sia un sonniloquo, Ezna, non ti era mai capitato di sentirlo parlare nel sonno, in riferimento a Tusco? In caso affermativo, vuoi parlarci di quest’altro particolare?»

«Una notte, Iveonte, avevo assistito a qualcosa del genere. Mentre dormiva, lo avevo sentito delirare, gridando: "Vattene via, Grande Lupo! Non farmi del male! Tu devi essermi riconoscente, Tusco, per non averti fatto morire di fame! Ogni notte ti getto nel Pozzo del Sacrificio il cibo che ti occorre per farti continuare a vivere!" In verità, la mattina non avevo osato domandargli nulla che fosse pertinente a quel suo delirio notturno. Ero convinta che avrei ricevuto da lui una secca smentita in merito a quanto avevo ascoltato. Inoltre, sarei stata esortata dallo stesso a non prendere in seria considerazione i sogni che gli succedeva di fare durante le ore della notte!»

«A questo punto, non ci sono più dubbi su due cose.» concluse Iveonte «La prima, anche se non sappiamo come egli abbia fatto, ci fa comprendere che fu Fuskop ad impossibilitare a Tusco il ritorno tra i suoi fedeli. La seconda ci tranquillizza, poiché ci fa ritenere che il fondatore della setta delle Teste di Lupo non sia ancora morto; ma che trascorra la sua vita in fondo al Pozzo del Sacrificio, proprio come un sepolto vivo. Da ciò si evince che l’unica persona cattiva in questa vicenda è Fuskop, dal momento che Tusco non ha alcuna colpa dei tanti sacrifici umani, che vengono eseguiti durante i riti religiosi. Quanto poi al Grande Lupo, oserei metterne in dubbio, più che l’esistenza, la sua periodica provenienza da un essere umano. Almeno per il momento, esso mi fa pensare ad un fatto che può avere la sua radice esclusivamente nel leggendario oppure nel fiabesco. Ad ogni modo, bisognerà ancora accertare se corrisponde al vero ciò che ho appena detto.»

«Iveonte, prendi sul serio che ci possa essere il Grande Lupo?» a sua volta, cercò di obiettargli Tionteo «Potrebbe anch’esso risultare il frutto di un immaginario collettivo, il quale abbia avuto l’imprudenza di spingersi ben oltre il suo normale volo fantastico! A questa evenienza non hai pensato, amico mio, alla quale credo fermamente?»

«Invece il Grande Lupo non è affatto il frutto della fervida fantasia popolana!» ci tenne a precisare la ragazza «Esso esiste realmente e i suoi ululati tremendi ne sono una prova più che eloquente. Se vi troverete nella Cittadella, la prossima notte, essendo di luna piena, li sentirete con le vostre orecchie e ve ne farete una vostra opinione. Sono convinta che a voi, poiché vi accadrà di udirli per la prima volta, essi risulteranno qualcosa di terribile e di raccapricciante! Perciò dopo non potrete fare altro che darmi ragione, cominciando a credere nella sua esistenza!»

«Se è come affermi, Ezna,» le assicurò l'eroe «ancora per poco tempo gli affiliati alla vostra setta saranno costretti ad ascoltarli! Dopo che mi sarò fatto calare nel Pozzo del Sacrificio, vedrai che i suoi orribili ululati, nel caso che siano reali, smetteranno di farsi sentire da tutti. Oramai il Grande Lupo, sempre ammesso che esso esista sul serio, ha i giorni contati, poiché nessuno potrà salvarlo dalla mia spada!»

«Davvero, Iveonte, hai intenzione di andare ad affrontare il feroce Grande Lupo nella sua dimora sotterranea? Secondo me, la tua è un’autentica pazzia! Il mostro ti divorerà in un solo boccone. Comunque, sono dell’avviso che nessuno di voi due non sopravvivrà neppure allo scontro con le Teste di Lupo. Esse vi stritoleranno, come se foste degli aridi fuscelli. Perciò, impavido Iveonte, ti mancherà la possibilità sia di scontrarti con il mostro sia di venire sopraffatto dalla sua ferocia!»

«Vacci piano, Ezna, con i tuoi pronostici affrettati, oltre che sconsiderati!» Tionteo riprese la ragazza «Gli uomini di Fuskop molto presto faranno i conti con un’amara realtà, che già da ora li vede perdenti e sgominati dai nostri colpi di spada. Dopo, ti assicuro, anche per il Grande Lupo non ci sarà via di scampo, poiché i poderosi colpi di spada inferti dal mio amico Iveonte lo travolgeranno e lo ridurranno in fin di vita!»

«Iveonte, se per caso il Grande Lupo fosse Tusco metamorfosato,» chiese ancora la ragazza con un pizzico di pietà «non proveresti nessun rimorso ad accopparlo, visto che egli è un brav’uomo assai sfortunato? Scommetto che non avevi pensato proprio a questa nuova eventualità! Oppure l’avevi già considerata, prima che ci fosse la mia domanda?»

«Al contrario, Ezna, un'idea del genere non mi era ancora venuta. In tal caso, mi dispiacerebbe ucciderlo! La mia pietà per lui ci sarebbe, solo se egli non avesse alcuna colpa nella sua trasformazione in mostro, bensì risultasse la conseguenza forzata di una sua malattia congenita! Se invece dovesse dipendere dalla sua volontà tale metamorfosi, non mi resterebbe altro da fare che eliminarlo fisicamente. Ma ti faccio presente che, già prima di affrontarlo, verrò a conoscenza della verità sui veri rapporti che intercorrono fra l’uno e l’altro. Perciò dopo mi comporterò di conseguenza, senza commettere alcun errore!»

«Bravissimo, Iveonte! Constato che sai agire con giustizia in ogni circostanza, badando prima di tutto a non commettere quegli sbagli, che potrebbero nuocere a persone innocenti!»

«Ezna, devo chiederti quale parte intendi avere in questa vicenda, dopo aver conosciuto i nostri nobili progetti. Passo a spiegarmi meglio. Sei disposta a darci una mano nella nostra impresa, ovviamente non da protagonista attiva, ma soltanto da semplice guida? Oppure ti senti in dovere di andare a riferire il nostro incontro e i nostri discorsi a Fuskop, al fine di accattivarti la sua benevolenza e di sperare così di farlo tornare di nuovo da te? Sinceramente parlando, ti dico che avremo bisogno di una ottima conoscitrice della Cittadella come te, per evitare di muoverci alla cieca nei suoi diversi ambienti! Allora saresti disposta a farci da guida provetta, come ti chiediamo?»

«Iveonte, in primo luogo, ti faccio presente che la parte della delatrice non mi calza affatto! Voi due mi ispirate molta fiducia e mai vi tradirei con il solo scopo di ingraziarmi il mio ex amante, visto che oramai ho tagliato definitivamente i ponti con lui. Tra di noi, è tutto letteralmente finito e non ci sono più possibilità che venga ad instaurarsi una nuova relazione d’amore. Ma ho paura di affiancarvi anche con le mansioni di una semplice guida, siccome dubito che voi due possiate avere il sopravvento sulle Teste di Lupo. Perciò tenetemi fuori da questa storia scabrosa, non volendo ritrovarmi a subire l’ira e la malvagità di Fuskop. Soltanto io so di che cosa egli sarebbe capace nei miei confronti, se mi considerasse una vostra complice! Vi chiedo di perdonarmi, se non me la sento di sfidare un demone, quale si dimostra appunto il soprintendente delle Teste di Lupo! Allora mi sono espressa in modo chiaro, amici miei, perché voi rinunciate a fare affidamento su di me, per le ragioni che vi ho appena addotte?»

«Se è questo il tuo problema, Ezna,» Iveonte cercò di rassicurarla «te lo possiamo risolvere noi. Basterà non farti figurare come nostra accompagnatrice agli occhi degli altri credenti del lupismo e il gioco sarà fatto! Adesso ti spiego meglio come potrà essere possibile una cosa del genere, facendola apparire credibile a quanti fanno parte della setta, senza che il tuo comportamento li induca neppure al più vago sospetto. Ebbene, da parte nostra, sarà sufficiente legarti le mani e fingere di trascinarti con la forza appresso a noi. Così nessuno oserà pensare che, intanto che ti tiriamo dietro forzatamente, tu stia collaborando con noi! Non ne sei convinta che sarà proprio come ti ho appena detto?»

«Non hai affatto torto, Iveonte! Se agiremo come hai suggerito, non verrò a rappresentare per i miei correligionari una vostra collaborazionista, ma solo una vittima della vostra prepotenza. Per questo, se voi doveste perire nella lotta contro le Teste di Lupo, non uno di loro si sognerebbe di inveire contro di me. Al contrario, si precipiterebbero tutti a slegarmi e a dimostrarmi la loro solidarietà. A questo punto, se accolgo la vostra richiesta di aiutarvi, la mia collaborazione, camuffata in questi termini, non mi spinge più a temere qualcosa di brutto da parte di coloro che risiedono nella Cittadella. Perciò le cose vadano come hai proposto, Iveonte, perché fin da ora vi prometto il mio pieno appoggio, ogniqualvolta vorrete disporre del mio aiuto nei vari reparti della Cittadella!»

«Hai dimostrato di essere una ragazza saggia, Ezna, se hai stabilito di offrirci la tua preziosa collaborazione!» le esclamò Tionteo, plaudendo «Ma adesso perché non ci racconti quando e perché Fuskop decise di fare a meno del tuo amore, iniziando a trascurarti e a trattarti come se tu fossi l’ultima delle donne? Eppure la tua seducente bellezza è qualcosa di fenomenale a tal punto, da mozzare il fiato in chiunque si trovi a contemplarla, standoti vicino come adesso lo siamo noi!»

Alla pressante richiesta di Tionteo, la ragazza si offrì di narrare i fatti che un anno prima avevano portato all’improvvisa rottura, che c’era stata fra lei e il suo Fuskop.

«L’incrinatura nel nostro ottimo rapporto amoroso, amici miei, cominciò ad aversi giusto un anno fa, ossia dopo che le Teste di Lupo ebbero consegnato a Fuskop la nuova vittima sacrificale. Anch’ella, come le altre, prima di essere gettata nel Pozzo del Sacrificio, iniziò ad essere sottoposta alle sue violenze sessuali; ma questa volta l’insaziabile satiro si prese una bella cotta per la nuova ragazza da lui violentata. Perciò, anziché permettere che ella venisse sacrificata come le precedenti vittime rapite, le evitò una simile tragica sorte e se la tenne tutta per sé. Al suo posto, egli fece immolare al Grande Lupo una ragazza dell’imenon, dopo averla fatta prelevare dai suoi uomini. Da quel momento, Fuskop ha smesso di essere cortese con me e ha cercato perfino di evitarmi, pur di non farsi rinfacciare il torto che mi stava facendo. Neanche il tempo mi ha reso giustizia, visto che il soprintendente delle Teste di Lupo ha finito per dimenticarmi completamente e si è andato innamorando sempre di più della sua attuale favorita. A dir la verità, la sventurata ragazza non ha alcuna colpa dell’innamoramento di Fuskop nei suoi confronti, siccome ella continua a considerarlo un inviso violentatore, anche dopo essere diventato il padre di suo figlio.»

«Ezna,» le fece osservare Tionteo «tu sei una donna adorabile. Perciò mi ritorna difficile immaginare che Fuskop, ad un certo punto, abbia potuto preferire un’altra alla tua persona. Ma è davvero così eccezionale la sua nuova amante, da essere riuscita perfino ad oscurare la tua bellezza? Non posso credere ad un fatto del genere!»

«Purtroppo, Tionteo, è proprio così, anche se mi dispiace ammetterlo! Fisia è una ragazza stupenda ed è bella come una rosa. Solo poche donne possono paragonarsi a lei. La sua fulva capigliatura e il suo volto lentigginoso la rendono un’aggraziata fanciulla di rara avvenenza. Per questo motivo, ella non può temere confronti da parte di nessuna!»

«Ezna, si chiama proprio Fisia la nuova ragazza di Fuskop?!» Iveonte le chiese sbalordito «Dicci che non ti sei sbagliata!»

«Sì, amico mio, questo è il nome di colei che Fuskop attualmente obbliga ad amarlo. Perché me lo hai domandato, come se tu ne fossi rimasto sorpreso? La conosci forse? Magari siete venuti unicamente per lei e adesso cercate anche di liberarla!»

«In verità, non la conosciamo personalmente, Ezna; però ella è la figlia del nostro amico Cufione. È stato lui a metterci al corrente della setta delle Teste di Lupo. Sono felice per Fisia, visto che ella è ancora viva! Ma presto la libereremo e la ricondurremo a casa dei suoi genitori. Invece perché non ci parli di lei, se hai avuto modo di conoscerla di persona? Noi te ne saremmo immensamente grati, se tu lo facessi!»

All’invito del giovane, la donna cominciò a narrare dalla A alla Z ogni cosa che sapeva sulla vita trascorsa da Fisia nella Cittadella. Inoltre, cercò di apparire ai suoi due simpatici interlocutori una brava espositrice dei vari fatti inerenti alla fantastica ragazza, i quali erano in suo possesso. Da parte nostra, approfondiremo ancora di più la vicenda della giovane, poiché verremo a conoscerla integralmente, entrando anche in quei particolari, dei quali Ezna non poteva essere assolutamente a conoscenza, non essendo stata presente sul luogo dove si erano svolti. Così ne apprenderemo tutti i più piccoli dettagli, compresi quelli che alcuni lettori potrebbero trovare abbastanza sconci. Infatti, da un loro personale punto di vista, essi ci offriranno immancabilmente uno spettacolo osceno, che sarebbe meglio evitare farlo conoscere ad una certa categoria di persone. Ma non posso acconsentire che avvenga ciò, siccome ho giurato a me stesso che giammai mi tirerò indietro nell'affrontare qualsiasi argomento di cronaca. Anche quando esso potrebbe urtare la sensibilità di qualche lettore alieno da una lettura così salace.